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L'ARTE DI ACHILLE LAURO

Questa edizione di Sanremo sarà sicuramente una delle edizioni che più verrà ricordata nella storia del festival per tanti motivi, tra cui il meraviglioso spettacolo che ci ha regalato Achille Lauro con i suoi cinque quadri.

Tanto amato quanto criticato, il cantante non ha mai smesso di battersi per la libertà dell’umanità in tutte le sue forme.

L’ha fatto scrivendo canzoni difficili da interpretare poiché non sono il semplice testo e base musicale da radio nazionale, ed è sempre stato questo il suo obiettivo, andare oltre.


IL GLAM ROCK

La prima delle cinque sere ha voluto rappresentare il glam rock impersonando Brian Slade, protagonista del Musical-Drama “Velvet Goldmine” ed esibendosi con la sua nuova canzone “Solo noi”, dedicata alla nostra generazione, il tutto accompagnato da un monologo per spiegare ciò che c’è dietro la sua performance e che si conclude con:

Un brano che diventa nudità. Sono gli artisti che si spogliano, E lasciano che chiunque Possa spiare nelle loro camere da letto e in tutte le stanze della psiche. Esistere è essere. Essere è diritto di ognuno. Dio benedica chi è.”


cr: @ lookdavip

IL ROCK ‘N ROLL

Il rock ‘n roll rappresentato da Mina e interpretato da Lauro è una fusione perfetta per raccontare “la trasgressione”.

Con la sua “Bam bam twist” Lauro ci ha portati indietro nel tempo, precisamente negli anni ’50, ci ha fatti divertire e ballare sui nostri divani. Con questo quadro ha voluto farci arrivare la sua passione e quanto sia bello lasciarsi andare.

Questa volta il monologo finale è una benedizione per chi gode, e cita così:

“Promessa di piacere. Il sacro vincolo del godimento. Godere è un obbligo. Dio benedica chi gode.”


cr: @ lookdavip

IL POP

La terza sera è stata dedicata a una delle canzoni più “poetiche” dell’artista. “Penelope”.

In questo duetto con la cantante Emma Marrone, Lauro ci ha sopresi sicuramente per quanto riguarda l’aspetto scenografico della performance,

Il palco dell’Ariston si è riempito di colonne doriche, contorno della rappresentazione della storia di Ulisse e Penelope regalataci dai due cantanti.

Esibizione mozzafiato e commovente in cui Lauro ed Emma hanno intrecciato il passato e il presente in cui l’umanità del protagonista viene sovrastata, e quasi dimenticata, dal personaggio. Un invito ad andare oltre le apparenze e alla superficialità.

Questa volta il monologo è dedicato agli incompresi:

“Il pregiudizio è una prigione. Il giudizio è la condanna. Dio benedica gli incompresi.”


cr: @ lookdavip

IL PUNK ROCK

Penultimo quadro, il più divertente e libero dell’intero festival.

Accompagnato dalla sua band, dal suo amico e socio Boss Doms e dal conduttore del festival Rosario Fiorello, Lauro rappresenta il punk rock impersonando il quadro “La libertà che guida il popolo” dell’artista francese Eugène Delacroix.

Con un mash up delle hit “Me ne frego” e “Rolls Royce” aperto dall’inno d’Italia ci ha regalato freschezza, stupore, divertimento e libertà.


“Sono l'estetica del rifiuto, Il rifiuto dell'appartenenza ad ogni ideologia. Dio benedica chi se ne frega.”


cr: @ lookdavip



LA PIÙ GRANDE STORIA RACCONTATA MAI

Per l’ultimo quadro Lauro si è presentato privo di maschere, costumi e trucchi stravaganti.

Si è messo a nudo cantando la sua “C’est la vie”, un brano straziante e commovente che ha utilizzato come mezzo per dare un messaggio a chi lo ascolta: un fiume di voci che lo insultano, denigrano e diffamano fanno da sottofondo mentre lui è inginocchiato e con il sangue che gli scorre sul corpo, stanno a significare che i pareri degli altri non definiscono chi siamo e chi vogliamo essere.

“È giunto il nostro momento. Colpevoli, innocenti. Attori, uditori. Santi, peccatori. Tutti insieme sulla stessa strada di stelle Di fronte alle porte del Paradiso. Tutti con la stessa carne debole. La stessa rosa che ci trafigge il petto. Insieme, inginocchiati davanti al sipario della vita. E così sia. Dio benedica Solo Noi”


cr: @ lookdavip

La sua arte parla per lui, Achille Lauro è il “rappresentante della rivoluzione” dei nostri giorni, della nostra generazione e della libertà.

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